
Le parole dell’ex dirigente del Taranto scritte in un articolo di CosmopolisMedia

Vittorio Galigani, ex dirigente del Taranto e consulente di Massimo Giove, ha scritto un articolo riportando tutto ciò che è avvenuto in questi anni, togliendo i veli ad una gestione fatta “senza accortezza e programmazione”. Queste alcune righe dell’articolo:
L’ISCRIZIONE DOPO LA VITTORIA DEL CAMPIONATO – “Massimo Giove nei giorni scorsi è sceso in campo pubblicamente pretendendo giustizia. Sarà allora propedeutico rinfrescargli la memoria. Ricondurlo alla nuda realtà degli ultimi anni vissuti calcisticamente parlando accanto a lui. Era il 13 giugno 2021 quando vincemmo il campionato di serie D. Per ottenere le “liberatorie” dei calciatori furono triplici salti mortali. Il club era in arretrato di quattro mesi con i pagamenti ai tesserati. Alcuni furono saldati, in affanno, a febbraio 2022. Per tenere buono Guaita fui costretto a portargli il denaro a Potenza. La prima prova che la Società era, già da allora, in critica situazione economica. Di li a pochi giorni dovevamo iscriverci campionato di serie C. Adempimenti vari, tassa di iscrizione, fidejussione di 350 mila euro. Si brancolava nel buio più assoluto, la cassa del club era sprovvista della indispensabile liquidità. 420 mila euro tra tassa di iscrizione e fidejussione campionato. Se non fosse ‘corsa’ in aiuto economico Lucia Morselli la Società sarebbe ‘saltata’ già da allora”.
COLPE SOLO DI GIOVE – “In tutto questo i Giochi del Mediterraneo, il ministro, il sindaco gli eventuali ‘traditori’ non c’entrano nulla. Giove ha sempre fatto il passo più lungo della gamba. Con poca accortezza e scarsa programmazione, facendo soltanto finta di accettare i consigli di chi gli stava vicino. Allora non cerchi giustificazioni al suo operato mediocre (lo scrivono i risultati di gestione), arrampicandosi sugli specchi. Risponda invece delle sue responsabilità. Sa bene che Ciccioli e Campbell glieli ha presentati un suo amico romano ‘fidato’, che non merita nemmeno di essere menzionato. Sono bastate due telefonate a Londra per ‘scoprire’ di cosa si stava parlando”.